Zona pericolosa - Lee Child
>> giovedì 26 agosto 2010
Tutto narrato in soggettiva, è un libro avvincente con tanti colpi di scena.
Il protagonista (un ex-militare che ha deciso di deporre la divisa e di andare alla ricerca dei luoghi in cui sono vissuti gli artisti mito del blues e che purtroppo deve far fronte agli "imprevisti" che trova sulla sua strada) sembra un super eroe da fumetto per l'intelligenza e la forza usata nello sconfiggere i cattivi, risultando quindi poco credibile. Siamo lontani dai livelli di introspezione psicologica di Ellroy, tuttavia il ritmo scorre veloce e la lettura è molto piacevole. Si imparano un sacco di cose, tra cui un originale metodo per creare dollari falsi praticamente perfetti.
Ero stato addestrato da esperti, tipi sopravvissuti alla seconda guerra mondiale, alla Corea, al Vietnam, gente passata attraverso esperienze di cui io avevo solo letto nei libri. Mi avevano insegnato metodi, dettagli, tecniche. Soprattutto l'atteggiamento corretto. Mi avevano insegnato che le inibizioni mi avrebbero ammazzato. Colpire subito, colpire duro. Uccidere al primo colpo. Rappresaglia prima ancora di essere attaccati. Ingannare. I gentiluomini non potevano addestrare nessuno. Erano già morti.
[...]
"Sei in casa mia, grassone", dissi, "ma ti lascerò una scelta".
"Scelta di che?" domandò il colosso. Senza capire. Stupefatto.
"Scelta della strategia di uscita, grassone", ribattei.
"Sarebbe a dire?"
"Sarebbe a dire che tu te ne vai, questo è sicuro. La scelta è come te ne vai. Puoi andartene con le tue gambe oppure questi sacchi di lardo che ti porti appresso ti trascineranno via nel bugliolo".
"Ah, si?"
"Sicuro", dissi.
"Ora conto fino a tre, okay? Perciò farai meglio a decidere in fretta, okay?"
Mi fissò con gli occhi lampeggianti.
"Uno", contai. Nessuna reazione.
"Due" Nessuna reazione.
Poi imbrogliai. Invece di dire "tre", mi proiettai a testa bassa contro di lui colpendolo dritto in faccia e sfracellandogli il naso con la fronte. Un bel lavoretto. La fronte è un arco perfetto e solidissimo, il cranio in quel punto è molto spesso.
[...]
"L'economia americana, nel suo insieme, ha proporzioni enormi, un attivo e un passivo di grandezza incalcolabile. Trilioni di dollari. Ma quasi niente di questa somma colossale è rappresentata dai contanti. Quel signore vale mezzo milione di dollari, ma solo cinquanta di questi sono in banconote, tutto il resto è sulla carta o nei computer. Il fatto è che in giro il contante è scarso, in tutti gli Stati Uniti circolano attualmente centotrenta miliardi di contanti".
Alzai le spalle.
"A me non sembra tanto poco", osservai.
L'uomo mi squadrò severamente.
"Ma quanta gente c'è fuori? Quasi trecento milioni di individui, il che significa un misero quattrocentocinquanta dollari in contanti pro capite. E' questa la difficoltà con cui devono combattere le banche, quotidianamente. Ritirare dalla banca quattrocentocinquanta dollari sembra ben poca cosa, eppure, se tutti decidessero di fare un prelievo di quelle proporzioni, le banche della nazione intera rimarrebbero senza contanti in un batter d'occhio" dichiarò.
Il protagonista (un ex-militare che ha deciso di deporre la divisa e di andare alla ricerca dei luoghi in cui sono vissuti gli artisti mito del blues e che purtroppo deve far fronte agli "imprevisti" che trova sulla sua strada) sembra un super eroe da fumetto per l'intelligenza e la forza usata nello sconfiggere i cattivi, risultando quindi poco credibile. Siamo lontani dai livelli di introspezione psicologica di Ellroy, tuttavia il ritmo scorre veloce e la lettura è molto piacevole. Si imparano un sacco di cose, tra cui un originale metodo per creare dollari falsi praticamente perfetti.
Ero stato addestrato da esperti, tipi sopravvissuti alla seconda guerra mondiale, alla Corea, al Vietnam, gente passata attraverso esperienze di cui io avevo solo letto nei libri. Mi avevano insegnato metodi, dettagli, tecniche. Soprattutto l'atteggiamento corretto. Mi avevano insegnato che le inibizioni mi avrebbero ammazzato. Colpire subito, colpire duro. Uccidere al primo colpo. Rappresaglia prima ancora di essere attaccati. Ingannare. I gentiluomini non potevano addestrare nessuno. Erano già morti.
[...]
"Sei in casa mia, grassone", dissi, "ma ti lascerò una scelta".
"Scelta di che?" domandò il colosso. Senza capire. Stupefatto.
"Scelta della strategia di uscita, grassone", ribattei.
"Sarebbe a dire?"
"Sarebbe a dire che tu te ne vai, questo è sicuro. La scelta è come te ne vai. Puoi andartene con le tue gambe oppure questi sacchi di lardo che ti porti appresso ti trascineranno via nel bugliolo".
"Ah, si?"
"Sicuro", dissi.
"Ora conto fino a tre, okay? Perciò farai meglio a decidere in fretta, okay?"
Mi fissò con gli occhi lampeggianti.
"Uno", contai. Nessuna reazione.
"Due" Nessuna reazione.
Poi imbrogliai. Invece di dire "tre", mi proiettai a testa bassa contro di lui colpendolo dritto in faccia e sfracellandogli il naso con la fronte. Un bel lavoretto. La fronte è un arco perfetto e solidissimo, il cranio in quel punto è molto spesso.
[...]
"L'economia americana, nel suo insieme, ha proporzioni enormi, un attivo e un passivo di grandezza incalcolabile. Trilioni di dollari. Ma quasi niente di questa somma colossale è rappresentata dai contanti. Quel signore vale mezzo milione di dollari, ma solo cinquanta di questi sono in banconote, tutto il resto è sulla carta o nei computer. Il fatto è che in giro il contante è scarso, in tutti gli Stati Uniti circolano attualmente centotrenta miliardi di contanti".
Alzai le spalle.
"A me non sembra tanto poco", osservai.
L'uomo mi squadrò severamente.
"Ma quanta gente c'è fuori? Quasi trecento milioni di individui, il che significa un misero quattrocentocinquanta dollari in contanti pro capite. E' questa la difficoltà con cui devono combattere le banche, quotidianamente. Ritirare dalla banca quattrocentocinquanta dollari sembra ben poca cosa, eppure, se tutti decidessero di fare un prelievo di quelle proporzioni, le banche della nazione intera rimarrebbero senza contanti in un batter d'occhio" dichiarò.
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