Uomo nel buio – Paul Auster

>> giovedì 22 aprile 2010

Una buona idea sprecata.
Questa l'impressione appena si finisce di leggere il libro. La buona idea è quella iniziale in cui l'autore immagina che la guerra sia solo un’invenzione di uno scrittore settantenne costretto da un incidente sulla sedia a rotelle a confrontarsi con la sua vita piena di lutti e occasioni mancate. Lo scrittore insonne per fuggire dalla sua realtà immagina un modo parallelo in cui cala un personaggio che ha la possibilità di eliminare una volta per tutte la guerra dal mondo se accetta la missione, che un'organizzazione militare gli affida, di uccidere proprio lo scrittore. Questo intreccio tra mondo reale e immaginario foriero di paradossi spazio-temporiali ha un potenziale di sviluppo narrativo enorme che purtroppo si esaurisce a metà del libro quando il tutto inizia a scorrere su binari più usuali. Non che la seconda parte non sia bella, anzi per la descrizione delle vicende e delle reazioni dei personaggi vale tutto il libro, ma la perplessità sull’opera complessiva rimane.

Non c'è unica realtà, caporale. Ce ne sono molte. Non c'è un unico mondo. Ci sono molti mondi, e tutti continuano in parallelo l’uno con gli altri, mondi e antimondi e mondi-ombra, e ciascuno mondo è sognato o immaginato o scritto da qualcuno in un altro mondo. Ciascun mondo è la creazione di una mente.
[…]
Darsi la buona notte sulla porta, classica scena di ogni corteggiamento agli inizi. Baciarla o non baciarla? Un cenno del capo o una stretta di mano? Sfiorarle la guancia con le dita? Stringerla in un rapido abbraccio? Tante possibilità, e così poco tempo per scegliere. Come capire i desideri di un’altra persona, come entrare nei pensieri di qualcuno che si conosce appena? Non volevo spaventarla precipitando le cose, ma neanche farle credere che fossi un timidone che non sa ciò che vuole. La via di mezzo, dunque…che improvvisai come segue: le misi le mani sulle spalle, mi chinai in avanti e in basso (in basso perché era più piccola di me) e premetti le labbra sulle sue – con una certa energia. Niente lingua, niente abbracci polipeschi, ma un bello sbaciucchio deciso lo stesso. Sentii un gorgoglio attutito nella gola di Sonia, un suono basso tipo m, mmmm, e poi un breve arresto del respiro, una discesa a un altro registro e qualcosa che somigliava a una risata. Indietreggiai, vidi che stava sorridendo e l’abbracciai. Un attimo dopo le sue braccia erano attorno a me e allora mi tuffai in un vero bacio, un bacio alla francese con la ragazza francese che da un momento all’altro rimase l’unica persona importante. Solo uno, ma lungo, e poi, non volendo abusare della mia fortuna, le dissi buonanotte e andai verso la scala.

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Ulisse, Il mare color del vino - Giovanni Nucci

>> sabato 17 aprile 2010

E’ la trasposizione del mito di Ulisse in modo accessibile ad adulti e soprattutto bambini. L’edizione in audiolibro aggiunge un’ulteriore freschezza al testo.
Personalmente avrei preferito qualche divagazione ironica in più rispetto a quelle inserite dall’autore perchè avrebbe reso il lavoro più distintivo da quanto già raccontato da Iliade e Odissea.

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Il cammello e la corda – Domenico Seminerio

>> lunedì 5 aprile 2010

Questo libro è una piccola perla e non ha probabilmente ottenuto il successo che merita.
La storia è quella di un parroco quarantenne che scopre un Giardino di Venere nascosto all’interno di una grotta duemila anni prima da un patrizio romano vissuto, suo malgrado, nel periodo di transizione tra la religione politeista e quella cristiana. L’autore descrive sia le vicende del parroco combattuto tra la scelta di svelare o meno l’esistenza delle 24 statue ritratte in pose lascive (nonché i suoi turbamenti personali in seguito oltre che alla visione dell’opera anche all’accoglimento in canonica di una giovane donna come aiuto-perpetua) sia quelle del patrizio che è costretto dalla morale istituita dalla nuova religione a liberarsi di un’opera dal grande valore artistico e simbolico. I temi toccati sono tanti (ragione e fede, castità e tentazione, amore spirituale e fisico, ignoranza e cultura, valore dell’opera d’arte) ma tutti sapientemente affrontati in una trama che coinvolge e in una prosa eccellente che sul filo dell’ironia ti conduce verso conclusioni condivisibili.

Lo turbava Minuzza. Ma non il turbamento violento che aveva provato le volte precedenti, era come un intenerimento, un vagheggiamento continuo in cui non faceva capolino nessun cattivo pensiero. Non capiva cosa gli stesse succedendo.
[…]
Mangiò di buon gusto, le cose cominciavano a ripigliare sapore e poi Minuzza cucinava bene. Si accorse che lo guardava e spiava le sue reazioni.Voleva essere incoraggiata. Si complimentò con lei per la cena, semplice ma gustosa. Con una maestra come donna Filomena sarebbe certamente diventata una bravissima cuoca.
Arrossì al complimento e accennò un sorriso, abbassando gli occhi sul suo piatto.
Dopo cena andò a sedersi nella sua solita poltrona, per vedere un po’ di televisione. Uno spettacolo musicale, con cantanti, comici e ballerine.
Minuzza lo aveva raggiunto dopo mezz’ora e s’era seduta sul divano. Rise apertamente alle battute dei comici, canticchiò seguendo i cantanti, si agitò mimando le ballerine. In un movimento più ardito scoprì le cosce, fino a mostrare il chiarore della biancheria. Belle cosce, davvero, si sorprese a pensare, per non dire del seno prepotente che guizzava sotto il golfino.
La tentazione. Pater, Ave, Gloria.
[…]
L’agitato Giustino, a braccia aperte, esclamò che era più facile che un cammello passasse per la cruna di un ago che un ricco entrasse in paradiso: era scritto nei sacri testi!
Atenodoro gli chiese serenamente se conoscesse il greco.
E che centrava il greco, la sua conoscenza del greco? Si volse dubbioso al giudice, che con un gesto di condiscendenza lo invitò a rispondere alla domanda.
Il diacono rispose seccamente che non lo conosceva.
E quindi?
Atenodoro cominciò a dire sornionamente che la citazione fatta prima dal diacono conteneva un errore. Aveva voluto documentarsi sulla nuova religione e s’era fatto inviare i sacri testi, che, come Giustino doveva sapere, erano originariamente scritti in Greco.
Ricordava perfettamente il brano citato, per l’icasticità del paragone. Ma nonc’era nessun cammello, bensì una gomena. Nel testo greco da lui letto c’era gomena e non cammello. Evidentemente c’era un errore di traduzione. Quella giusta, e più logica, doveva essere: è più facile che una gomena entri nella cruna di un ago, che un ricco in paradiso.
Giustino balzò in piedi gridando. La sua citazione l’aveva presa da una traduzione che tutti riconoscevano ispirata direttamente da Dio! Se errore c’era, era un errore ispirato da Dio! Era un felix error! Concluse tra l’applauso della folla e il sorriso compiaciuto di Vincino.
Atenodoro tacque allibito. Ma come passava per opera di Dio anche l’errore di un traduttore frettoloso o assonnato? Era preferito il cammello della fede alla gomena della ragione?

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La mano sinistra di dio - Jeff Lindsay

E’ il libro che ha dato origine alla serie televisiva di Dexter. La storia è originale nel filone molto sfruttato dei serial killer che si divertono a fare a pezzi le proprie vittime. In questo caso il protagonista sevizia, uccide e affetta altri assassini perché è riuscito, tramite gli insegnamenti paterni, ad incanalare la sua furia omicida in questo modo. Per certi versi ricorda “Lo Straniero” di Camus: Dexter è indifferente a tutto, amore, affetto e sentimenti in genere gli sono sconosciuti. E’ costretto ad “imparare” le emozioni umane per potersi mimetizzare nella società. E’interessante per la descrizione di alcune atmosfere e per il dialogo interiore con la sua metà oscura. La parte del romanzo che fa da contorno a questo deriva da un buon mestiere di scrittore di thriller.

Luna. Luna, grandiosa. Luna piena, paffuta, rossa, che illuminava la notte come fosse giorno, che diffondeva la sua luce dappertutto e portava gioia, gioia, gioia. E con essa le grida a squarciagola della notte tropicale, il soffio selvatico e dolce del vento tra i peli delle braccia, il gemito vacuo delle stelle, il muggito a denti stretti del riflesso sull’acqua.
Tutto richiamava al Bisogno. Oh, lo stridore sinfonico di mille voci nascoste, il grido del Bisogno dentro me, l’entità, il guardiano silenzioso. La cosa calma e gelida, quello che ride mentre danza sotto la luna. Il me che non era me, la cosa che tra lazzi e sberleffi veniva a bussare con la sua fame. Con il Bisogno.

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Harry Potter e la pietra filosofale - Joanne Kathleen Rowling

L’edizione in audiolibro della Salani è molto coinvolgente e crea a mio avviso un’opera intermedia tra la fruizione del libro come lettura solitaria e il film che ne è stato tratto. Ha la voce narrante di Giorgio Scaramuzzino, attore e autore di laboratori di lettura ad alta voce che è molto bravo a differenziare i tanti personaggi e il ritmo delle diverse situazioni. Il libro in sè, come anche a suo tempo il film, non mi ha entusiasmato. Non è una questione di scrittura, peraltro buona e fantasiosa, quanto invece di natura della storia (trattando di magia può succedere di tutto e il suo contrario) e del protagonista principale (bravo, perfetto, invincibile,…). Harry Potter fa parte di quei personaggi (come Topolino e Superman) che non mi dicono nulla.


Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c’è più. È una cosa che ci resta dentro, nella pelle.

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Lettura di Sciascia in biblioteca

5 Marzo ore 20,30, Biblioteca Castiglione delle Stiviere

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