La rabbia giovane, Ross Raisin

>> domenica 13 settembre 2009


Il protagonista adolescente dovrebbe essere un bullo di paese ma sembra un agnellino al pari di quelli che aiuta a crescere nel gregge di cui si occupa. La descrizione sia dei personaggi che delle vicende è molto esile e dopo aver letto “La neve era sporca” di Simenon questo libro mi sembra dia una versione estremamente superficiale di un’adolescenza inquieta, scontrosa e deviata.

Entrai nel magazzino, dove avevamo appeso il vello degli agnelli morti – quattro, per il momento, che non era una perdita grave come in certi anni. Presi il più grande – 14, scritto sopra con l’inchiostro rosso – e trovai un paio di forbici. Quando tornai, lei era ancora seduta sulla balla, e l’agnello si era in qualche modo acquietato sul suo grembo. Mi sedetti ad una certa distanza da lei, perché temevo che trovasse ripugnante ricavare con le forbici dei buchi per le zampe nel vello dell’agnello morto, ma era così persa nei suoi pensieri che si accorse di quello che stavo facendo solo dopo qualche minuto.
Dovrà indossare questo, dissi, alzando la pelle. E’ il cappottino. Serve a far allattare gli orfani dalle pecore che hanno perso il loro agnello.
Non ne rimase molto colpita. E’ meglio, dissi. Sono bestie un po’ sceme, sai – l’odore farà credere alla pecora che sia il suo. E se qualcuno non lo adottasse, l’agnello morirebbe.

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Lettura di Sciascia in biblioteca

5 Marzo ore 20,30, Biblioteca Castiglione delle Stiviere

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