Lo straniero – Albert Camus

>> sabato 27 marzo 2010

E’ la storia di un personaggio indifferente a tutto: alla morte della madre, al lavoro, all’amore, alla vita altrui e alla sua stessa vita. E’ un romanzo classico ma il tema trattato è fortemente attuale perché lo possiamo riscontrare in tanti comportamenti odierni. La cosa che più mi spaventa del protagonista è l’assenza di una pur piccola passione per qualcosa. Senza passioni, anche se il corpo respira, si è già morti.

Aveva l’intenzione di installare un ufficio a Parigi per trattare i sui affari sul posto, direttamente con le grandi compagnie, e voleva sapere se io sarei stato disposto ad andarci. Questo mi avrebbe permesso di vivere a Parigi e anche di viaggiare una parte dell’anno. “Lei è giovane e mi sembra che sia una vita che dovrebbe piacerle”. Io gli ho detto di sì, ma in fondo per me era lo stesso. Allora mi ha chiesto se non mi interessava un cambiamento di vita. Ho risposto che non si cambia mai vita, che del resto tutte le vite si equivalgono e che la mia, così com’era, non mi dispiaceva affatto. Lui mi è parso scontento, mi ha detto che rispondevo sempre a metà, che non avevo ambizione e che questo era disastroso, negli affari. Poi sono tornato al lavoro. Avrei preferito non scontentarlo, ma non vedevo una ragione di modificare la mia vita. A pensarci bene non ero infelice. Da studente avevo molte ambizioni di quel genere. Ma dopo che ho dovuto abbandonare gli sudi ho capito molto presto che tutte queste cose non avevano una reale importanza.
La sera Maria è venuta a prendermi e mi ha domandato se volevo sposarla. Le ho detto che la cosa mi era indifferente, e che avremmo potuto farlo se lei voleva. Allora ha voluto sapere se l’amavo. Le ho risposto, come già avevo fatto un’altra volta, che ciò non voleva dir nulla, ma che ero certo di non amarla. “Perché sposarmi, allora”? Mi ha detto. Le ho spiegato che questo non aveva alcuna importanza e che se lei ci teneva potevamo sposarci. Del resto era lei che me lo aveva chiesto e io non avevo fatto che dirle di sì. Allora lei ha osservato che il matrimonio è una cosa seria. Io ho risposto “No”. E’ rimasta zitta un momento e mi ha guardato in silenzio. Poi ha parlato: voleva soltanto sapere se avrei accettato la stessa proposta se mi fosse venuta da un’altra donna cui fossi legato nello stesso modo. Io ho detto “Naturalmente”. Allora si è domandata se lei mi amava, e io, su questo punto non potevo saperne nulla. Dopo un altro istante di silenzio, ha mormorato che ero molto strambo, che certo lei mi amava a causa di questo, ma che forse un giorno le avrei fatto schifo per la stessa ragione. Siccome io tacevo, non avendo niente da dirle, mi ha preso il braccio sorridente e ha detto che voleva sposarmi.

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Lettura di Sciascia in biblioteca

5 Marzo ore 20,30, Biblioteca Castiglione delle Stiviere

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