Il mio terzo racconto breve

>> mercoledì 13 luglio 2011

Nell'ultimo incontro del Gruppo Lettori-Scrittori della Biblioteca di Castiglione ci siamo letti i nostri ultimi componimenti che avevano come tema "I misteri della Bassa in 200 parole". Questo particolare argomento e il vincolo della lunghezza del racconto derivano dalle regole di un concorso letterario a cui avevamo deciso di partecipare. Alla fine ho scoperto di essere stato solo io ad inviare la novella agli organizzatori.
Trascrivo di seguito i lavori dei miei colleghi. Riguardo al mio attendo con le dita incrociate l'esito del concorso :-)

Racconto di Franca Martinetti
Fantasmi
Quello sbatacchiare di porte lo svegliò. Stette sotto le coperte senza muoversi, fingendo di russare, in modo che lei non lo sentisse.
Aveva passato tutta la giornata ad urlare la sua rabbia contro di lui; come aveva potuto mandare in galera Pietro, un vicino di casa, così perbene, ed ora quel poveretto penzolava nella sua cella, con una linguaccia fuori a schernirli tutti.
La porta sbatacchiava ancora e lo chiamava, come quando da bambino sentiva le voci delle anime dei morti annegati nel gorgo nero nelle notti di nebbia o affogati nella melma per estrarre le canne. Quelle storie le aveva sentite raccontare durante i filos, nascosto nel pagliaio insieme alla sorella .
Doveva alzarsi per non sentire.
Con lentezza per non svegliare la perfidia di Paola scese i gradini e scorse nel buio la porta della cucina. Mise la mano sulla maniglia, ma dall’altra parte qualcuno gli impedì di entrare. –Chi è?- sussurrò. La porta si aprì e nello spiraglio lo vide: era lui, portava quel cappellaccio ad ampie tese e ghignava.
-Papà- gridò una voce nel buio –che succede papà?- Giuliana non riusciva a dormire, da quando Pietro era diventato l’uomo nero dei suoi incubi notturni; ma lui aveva deciso di denunciarlo, mentre Paola: “Rideranno tutti di noi, come se tu non sapessi dove si lavano i panni sporchi:”
Forse Paola aveva ragione, ma chi avrebbe protetto Giuliana dai fantasmi del male?

Racconto di Enrica Remelli
La Nebbia nel fosso grande
Un passo.. tric trac, accelero ..tric trac, rallento.. tric trac
Ho settant’anni e non ho mai avuto paura di niente, né dei morti, né dei vivi, figurarsi! Ne ho passate di nottate a metter retini nel fosso grande, con la nebbia che saliva e s’infittiva che la luce del fanale neanche si vedeva e lì sì che ci potevano essere fantasmi e delinquenti col coltello in tasca, a cercar chissà cosa… figurarsi se ho paura adesso che di questo stradello conosco anche i sassi… triic traac… alzo la lanterna, che sappia che l‘ho sentito: vieni avanti a dir cosa vuoi; mi giro tenendo dritto il bastone: se è qui vicino prende una legnata, brutto delinquente… ma non colpisco niente .. tric trac, sono al podere dei Barbi, manca poco, deve farsi sotto… accelero, la nebbia oramai è quella del fosso grande.. tric trac … sono sulla porta, pronta col mio bastone… metto la chiave nella toppa, con un piede sono dentro… è un attimo, scivolo, barcollo in avanti e…. trrraaaaaaac….. i fiammiferi cadono dalla tasca del grembiule, sono in terra e … rido: aveva ragione mia madre, il fumo presto mi ucciderà... di inutile paura!

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Lettura di Sciascia in biblioteca

5 Marzo ore 20,30, Biblioteca Castiglione delle Stiviere

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