Grey - E.L.James
>> domenica 23 agosto 2015
Bella idea quella di scrivere lo stesso romanzo dal punto di vista dell'altro protagonista soprattutto se si tratta di un'anima nera, un sadico dominatore, maniaco del controllo. Non vedi l'ora di immergerti nella sua visione distorta della realtà, leggere le motivazioni dietro i suoi gesti, il perchè sia diventato così. O almeno queste erano le mie attese, peccato che il tutto si sia risolto in nulla, il libro è un'operazione commerciale pura e semplice peggiore del precedente. I pensieri di Christian sono banali e il suo alter ego, o vocina interiore, è ridicola: assomiglia al Goblin che parla al Willem Dafoe del primo Spiderman e gli dice cosa deve fare.
Ho in mente due grandi esempi scritti dal punto di vista di protagonisti negativi: uno è Lolita del grande Nabokov e l'altro è Le Benevole di Jonathan Littell. In entrambi i casi i protagonisti sembrano due persone reali perchè, deviazioni a parte, fanno valutazioni e riflessioni condivisibili da chiunque. Ed è quest'area grigia, questo sfumato tra bianco e nero a renderli a loro modo umani. Proprio ciò che non si trova in questo romanzo.
Ho in mente due grandi esempi scritti dal punto di vista di protagonisti negativi: uno è Lolita del grande Nabokov e l'altro è Le Benevole di Jonathan Littell. In entrambi i casi i protagonisti sembrano due persone reali perchè, deviazioni a parte, fanno valutazioni e riflessioni condivisibili da chiunque. Ed è quest'area grigia, questo sfumato tra bianco e nero a renderli a loro modo umani. Proprio ciò che non si trova in questo romanzo.
«La storia del
possesso è solo una questione di terminologia, e si riconduce sempre al
principio dell’obbedienza. Serve a metterti nel giusto stato mentale, a farti
capire quello che desidero. Devi sapere che non appena varchi la mia soglia per
essere la mia Sottomessa, io farò di te quello che voglio. Devi accettarlo, e
desiderarlo. Per questo devi fidarti di me. Ti scoperò in qualsiasi momento, in
qualsiasi modo, in qualsiasi luogo ne avrò voglia. Ti punirò quando mi
ostacolerai. Ti addestrerò a compiacermi.»
[...]
[...]
Passiamo al punto
successivo della sua lista di obiezioni: clausola 15. Respiro a fondo.
«Disciplina. C’è una linea molto sottile tra piacere e dolore, Anastasia. Sono
due facce della stessa medaglia, e uno non può esistere senza l’altro. Posso
mostrarti quanto può essere piacevole il dolore. Ora non mi credi, ma è questo
che intendo per fiducia. Ti farai male, ma niente che tu non riesca a
sopportare.» Non potrò sottolinearlo mai abbastanza. «Ancora una volta, è una
questione di fiducia. Ti fidi di me, Ana?»
[...]
«Se fossi la mia
Sottomessa, non dovresti pensarci. Sarebbe facile. Tutte quelle decisioni…
tutto lo sfiancante processo mentale che ci sta dietro. Tutte quelle domande:
“È la cosa giusta da fare? È bene che succeda qui? È bene che succeda adesso?”.
Non dovresti preoccuparti di nessun dettaglio. Spetterebbe tutto quanto a me,
come tuo Dominatore. E in questo preciso momento, so che tu mi vuoi,
Anastasia.»
[...]
Il suo sussulto è
musica per il mio membro. «Poi scoperemo» sussurro «e, se sei ancora sveglia,
ti darò qualche informazione sugli anni della mia infanzia. Va bene?»
[...]
«Voglio un bicchiere
d’acqua. Vai a prendermene uno, per favore. E quando torni, ti sculaccio.
Ricordatelo, Anastasia.
[...]
È stata una mattinata interessante. Abbiamo
lasciato Boeing Field alle 11.30 ora solare del Pacifico. Stephan vola
con il suo primo ufficiale, Jill Beighley. Stiamo per atterrare in
Georgia, quando sono le 19.30 ora solare degli Stati Uniti orientali.
Bill è riuscito a organizzare una riunione con
l’Ente di riqualificazione delle aree industriali dismesse di Savannah
per domani, così potrei incontrarli per un drink stasera. Quindi, se
Anastasia è occupata a fare altro, o se non vuole vedermi, il viaggio
non sarà un completo spreco di tempo.
“Sì, sì… raccóntatela giusta, Grey.”
Taylor si è unito a me per un pranzo leggero e
adesso è intento a riordinare un mucchio di scartoffie, mentre io ho un
sacco di roba da leggere.
Mi rimane ancora da risolvere una sola parte
dell’equazione: come fare per incontrare Ana. Vedrò come va una volta
arrivato a Savannah. Spero in qualche ispirazione durante il volo.
Mi passo una mano tra i capelli, e per la prima volta dopo tanto tempo mi appoggio all’indietro e sonnecchio, mentre il G550
viaggia a velocità di crociera a 9000 metri, diretto all’aeroporto
internazionale Hilton Head di Savannah. Il ronzio dei motori è
rilassante, e io sono stanco, tanto stanco.
“Devono essere gli incubi, Grey.”
Non so perché sono peggiori, in questo momento. Chiudo gli occhi.
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