Isola con fantasmi, John Banville

>> sabato 15 agosto 2009


E’ un romanzo di atmosfere, in cui non vi è azione o una trama ben definita. E’ costruito sul monologo di una voce narrante che rimane in incognito fino alla fine. Interessanti alcune considerazioni, tra cui in particolare quella sulla difficoltà di raffigurare la vera natura delle persone, solitamente celata dietro le “maschere” che indossano. In definitiva, però, il libro non mi ha entusiasmato.

Alcuni soggetti, mi spiegò, semplicemente non assomigliano a se stessi; timidezza, imbarazzo, insicurezza, qualcosa li spinge a indossare una maschera e a nascondersi dietro; assomigliano alle loro madri, ai loro fratelli, a perfetti estranei, addirittura, ma non a se stessi. Con queste persone il pittore deve navigare a vista, in attesa del momento opportuno in cui si rilassano e si dimenticano di sé abbastanza a lungo da essere se stesse. Il sindaco era uno di quelli. Se ne stava lì come una bertuccia impagliata, inespressivo, scialbo, ripiegato all’interno. Finchè una mattina il mio amico arrivò e lo trovò trasformato; non era più animato delle altre volte, ma di colpo alla fine la sua faccia si era aperta, la maschera era caduta, il suo carattere – violento, rapace, pavido, melanconico – leggibile in ogni ruga e neo e pelo mal rasato. Bene, il ritratto fu terminato in un ora – ed era maledettamente buono, oltretutto, stando al mio amico – però il sindaco stava sempre seduto lì, con lo sguardo fisso avanti in un’espressione pensierosa e vagamente perplessa. Voi sapete naturalmente cosa era successo, l’avete capito subito, vero? Il vecchio era morto, se n’era andato quietamente d’infarto qualche minuto prima che il pittore arrivasse.

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Lettura di Sciascia in biblioteca

5 Marzo ore 20,30, Biblioteca Castiglione delle Stiviere

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