Accabadora, Michela Murgia
>> mercoledì 11 novembre 2009
Libro molto poetico con una scrittura essenziale che coinvolge ed emoziona. E’ costruito su un messaggio fondamentale: la vita è così imprevedibile che ti può portare ad azioni che mai ti saresti sognato di fare.
Tu dalle guerre devi tornare, figlia mia. Non l’aveva mai chiamata così, e non lo fece mai più in quel modo. Ma a Maria quel piacere denso, così simile a un dolore in bocca, rimase impresso per molto tempo.
Niente a Soreni era sbeffeggiato e tenuto ai margini quanto uno stupido, perché se l’astuzia, la forza e l’intelligenza si potevano vincere ad armi pari, la stupidità non aveva peggior nemico di sé stessa, e la sua fondamentale imprevedibilità la rendeva pericolosa negli amici più ancora che nei nemici.
Tu dalle guerre devi tornare, figlia mia. Non l’aveva mai chiamata così, e non lo fece mai più in quel modo. Ma a Maria quel piacere denso, così simile a un dolore in bocca, rimase impresso per molto tempo.
Niente a Soreni era sbeffeggiato e tenuto ai margini quanto uno stupido, perché se l’astuzia, la forza e l’intelligenza si potevano vincere ad armi pari, la stupidità non aveva peggior nemico di sé stessa, e la sua fondamentale imprevedibilità la rendeva pericolosa negli amici più ancora che nei nemici.
“Non dire mai: di quest’acqua io non ne bevo. Potresti trovarti nella tinozza senza manco sapere come ci sei entrata".
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