Qui è proibito parlare - Boris Pahor

>> venerdì 30 luglio 2010

Le oppressioni dei popoli e la pulizia etnica sono tutte insensate e dolorose. Qui è uno scrittore sloveno che parla evidenziando la situazione di Trieste nel periodo del ventennio fascista quando fu attuata una sistematica rimozione della lingua, della cultura e dei simboli fisici della presenza slovena. La città fa da sfondo ad una storia d'amore e alla presa di coscenza (e di orgoglio delle proprie origini) della protagonista femminile. Il libro presenta originali metafore e molti passi poetici, tuttavia risulta spesso eccessivamente verboso tale da risultare noioso.

Che farebbe un uomo senza la fiducia? Tutto si ridurrebbe al male di oggi, un alto muro d'acciaio lo separerebbe dal futuro. No, senzalafiducia, del futuro non potremmo averne neppure un'immagine.
[...]
Nell'acqua del Canale galleggiano lisce sfere verdi e bucce rosicchiate d'anguria; nelle sfere si aprono ferite rosa pallido, le scorze a forma di  mezzaluna, per via della polpa biancastra mordicchiata, sembrano invece grandi mascelle prive di denti. Un pò dappertutto ci sono ceste mezze disfatte, che aspettano pacifiche il momento in cui andando in pezzi contribuiranno a rendere l'acqua ancora più densa. Quest'acqua, infatti, non assomiglia affatto a quella blu chiaro del mare all'imbocco del Canale; in questo punto è più simile ad un balsamo verde sul quale riposano immobili le barche. Solo di tanto in tanto dal mare arriva una corrente che si propaga di onda in onda, fino a raggiungere a malapena gli scafi.

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Lettura di Sciascia in biblioteca

5 Marzo ore 20,30, Biblioteca Castiglione delle Stiviere

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